Dall’epoca delle passioni tristi all’epoca della creazione condivisa

Miguel Benasayag  e Gerard Schmidt sono rispettivamente uno psicoanalista che vive e lavora a Parigi ed  un professore di psichiatria dell’Università di Rheims, e sono anche gli autori un libro bellissimo, l’ “Epoca delle passioni tristi”. Sono rimasta colpita dal titolo di questo libro: l’epoca delle passioni tristi è la nostra, e questa definizione non nasce da uno studio teorico o sociologico, ma dall’osservazione diretta di casi clinici, di incontri, di riflessioni personali e professionali degli autori. Non solo la preparazione accademica, ma la stessa vicenda umana di  Miguel Benasayang in particolare lo rende un osservatore autorevole ed autentico della nostra epoca e delle sue “passioni”. Nato in Argentina nel 1953, giovane studente universitario fu imprigionato e torturato durante gli anni della dittatura militare. Riuscì avventurosamente a lasciare l’Argentina ed ultimare gli studi a Parigi, nel 1987, dove tutt’ora vive e lavora come psicoanalista occupandosi soprattutto di problemi dell’infanzia e dell’adolescenza. Insicurezza, ansia, rabbia, risentimento, inquietudine, un sentimento di diffusa frustrazione ed insoddisfazione, la tristezza, la solitudine,  sono le “passioni tristi” che caratterizzano le richieste di aiuto dei nostri pazienti e molto spesso l’origine di queste sofferenze non è psicopatologica. Sono emozioni e sentimenti che riflettono e svelano la tristezza diffusa che caratterizza la nostra società contemporanea pervasa da un sentimento di precarietà. Secondo Benasayang e Schmidt, la crisi ed il disagio che sentiamo a volte viene amplificato perchè riflette in noi una crisi ed un disagio più vasto, quello del mondo e dell’epoca in cui viviamo. Secondo Benasayang e Schmidt, nella nostra epoca il segno del futuro è passato da “più” a “meno”: dal “futuro promessa”, cioè, dalla speranza, al “futuro minaccia”, cioè, alla mancanza di fiducia nel futuro. Semplificando il pensiero di questi autori, in un soggetto sano la psiche è naturalmente aperta al futuro, cioè, è fiduciosa; ma in una società come la nostra il futuro viene percepito come minaccioso e quindi si offre a noi come incertezza. Così,  «il terribile è già accaduto», perché le iniziative si spengono, le speranze appaiono vuote, l’ energia vitale implode. Ne vediamo le conseguenze perfino nel versante fisiologico, quando siamo demotivati,  inattivi, sedentari, sempre stanchi; quando per esempio mangiamo male, del cibo spazzatura trangugiato in fretta, senza prenderci il tempo di assaporare nulla. Il ricorso allo stordimento, per non sentire le nostre “passioni tristi”, passa dall’impiego incongruo delle tecnologie, dato che la “realtà virtuale” diventa più desiderabile di una realtà disperata, alle dipendenze da videogiochi, alcool, sostanze, gioco. Benasayang e Schmidt si occupano prevalentemente di bambini ed adolescenti: proprio i bambini nella nostra epoca sono  purtroppo portatori inconsapevoli di questa inquietudine. Moltissimi disagi scolastici dei bambini e degli adolescenti in sede diagnostica si rivelano non essere affatto problemi di apprendimento, ma un comportamento che segnala un malessere che è lo specchio spesso di una disarmonia familiare, o di un disagio portato da uno o da entrambi i genitori, di cui il bambino o il ragazzo si fa portavoce  chiedendo di essere ascoltato da adulti maturi e capaci di infondere senso e speranza. Mai come nella nostra epoca sono proprio i bambini e gli adolescenti a subire oppure a  manifestare le ferite ed il malessere di una società a volte perfino violenta, che non ha spazio per i più indifesi. E’ possibile liberarsi o dominare le nostre “passioni tristi” : dobbiamo ripartire dal nostro senso di responsabilità  verso noi stessi con il coraggio  di essere portavoce, di chiedere di essere ascoltati  ed essere al tempo stesso capaci di ascolto. Abbandonare la solitudine come passione triste significa  favorire la costruzione di legami affettivi e di solidarietà concrete, capaci di spingere le persone fuori dall’ isolamento nel quale tendiamo a rinchiuderci anche, per esempio, attraverso l’uso eccessivo e quindi  la dipendenza da internet , dalla televisione, dai social networks. Miguel Benasayang è anche autore del libro “Oltre le passioni tristi”. Qui, incontrando i suoi pazienti grandi e piccoli , riflette su come sia possibile leggere in filigrana, dietro  questo scenario desolato, le potenzialità inespresse di ciascuno di noi . Tutto ciò che sembra dividerci ed isolarci, è invece quello che, se viene visto,  reso esplicito,  espresso con creatività, trasforma le catene della solitudine in legami interpersonali e  ci rende prossimi e necessari gli uni agli altri, in una prospettiva di cura ed attenzione reciproca. L’epoca delle passioni tristi, il nostro presente, si rivela così essere un tempo carico di speranza e fiducia: il tempo della creazione condivisa.

Dr.ssa Silvia Nadalini, Psicologa Psicoterapeuta, socia della SIMP sezione di Rovigo

 

 

 

 

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