Il mal di schiena

Nella nostra società c’è una nuova “epidemia”, un sintomo in crescente aumento: la lombalgia o mal di schiena. Le previsioni sono, che oltre l’80% delle persone comprese fra i 30 ed i 60 anni di età nell’arco della propria esistenza soffrirà di questo disturbo. La lombalgia ( dal greco alghia, dolore ) è un sintomo nella regione posteriore del tronco ed è la punta dell’iceberg di una patologia che è sommersa. I “sacri lombi” vengono maggiormente colpiti, chiediamoci il perché e scopriamone il senso. La colonna vertebrale è l’asse portante del corpo e fare sforzi eccessivi sia dal punto di vista fisico che psicologico può gravare su questa parte. La zona lombare collegata al bacino ed alle gambe è anche simbolicamente in stretta connessione con il mondo delle pulsioni e dell’istinto, infatti il bacino è la sede dell’intestino e degli organi della sessualità, mentre gli arti inferiori sono utili nella deambulazione e nell’andare dove si vuole liberamente. Ecco che il cosiddetto “colpo della strega” potrebbe essere visto anche come un conflitto interiore fra la nostra parte razionale, che per il quieto vivere ci imporrebbe a non prendere posizione o decisioni, ed il nostro lato istintivo che invece ci spingerebbe a fuggire da situazioni esistenziali, sessuali, lavorative, ecc. che non ci fanno stare bene. Ma vediamo insieme che tipo di personalità ha chi soffre più frequentemente di tali disturbi lombari. Di solito è una persona con una grande carica istintuale e creativa, sia dal punto di vista sessuale che da quello dell’iniziativa personale, avendo determinazione nel perseguire e raggiungere gli obiettivi con grandi slanci nella loro realizzazione. Ma questo grande potenziale “energetico” non riesce ad esprimersi per questa conflittualità interiore dovuta ad una rigidità o coerenza morale, che trova spesso le sue radici in un’educazione o in una atmosfera famigliare esigente e inflessibile. E’, per esempio, il caso di Marino, ragazzo trentenne libero professionista, che reprime le proprie fantasie sessuali, in nome di una sua morale, avendo una infatuazione per una sua collega d’ufficio. Lui, di solito, reprime i propri slanci emotivi, perché crede che una personalità tutta di un pezzo debba tenere “tutto dentro”. Invece, decide di lasciarsi andare invitandola a cena e, per il fatto che lei sia più “vecchia” di lui, il suo Super Io lo blocca proprio poche ore prima della sognata uscita con un blocco lombare! Oppure il caso di Francesca, impiegata modello, che pretende molto da se stessa e pur di raggiungere certi obiettivi e dimostrare di essere “tosta”, come si definisce, si forza fino al limite delle sue capacità, ignorando i propri reali desideri e bisogni, che spesso sono opposti a quello che si sta facendo. E tutto questo sforzo è solo per il fatto di non essere vista come una persona “senza spina dorsale”! Il sintomo diventa ambivalente: chi credeva di essere tutto d’un pezzo è costretto a piegarsi, ma nello stesso tempo ha trovato l’alibi per non doverlo essere, mentre chi aveva il desiderio di trasgredire seguendo i propri bisogni e desideri sessuali ed invece contrastati dalla propria coscienza, rinuncia avendosi trovato l’alibi per non affrontare la situazione. “Se non avessi la lombalgia tutto andrebbe perfettamente”, è una frase che spesso si dice chi soffre di tale sintomo. Quindi il mal di schiena, dal punto di vista psicosomatico, diventa un paravento dietro al quale nascondersi e se non c’è consapevolezza del conflitto interiore potrebbe trasformarsi in cronico. Solo con la presa di coscienza dei nostri blocchi emotivi possiamo risolverli in un altro modo. Se invece non cambiamo nulla nella nostra vita ignorando i messaggi, che arrivano dal nostro corpo, andremo incontro ad infelicità, insoddisfazione, malinconia e depressione.. E’ quindi inutile continuare con un braccio di ferro con noi stessi persistendo nella propria rigidità solamente per non arrendersi e seguire le propria natura, il proprio viaggio.

Dott Renato De Rita, medico e psicoterapeuta, coordinatore della sezione di Rovigo della Simp (Società Italiana di Medicina Psicosomatica) e presidente dell’Associazione Sociale Culturale Salute Psicosomatica

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