Le sabbie mobili della vita e la volontà di tornare indietro

“Ho sognato che ero in Francia a Mont Saint-Michel, un luogo incantevole, magico e misterioso. C’era l’alta marea ed, aspettando che finisse, osservavo il mare mentre si ritirava anche per alcuni chilometri. Ho deciso di intraprendere una bella passeggiata al tramonto su quella spiaggia silenziosa che la natura aveva creato. Ero immersa nei miei pensieri e soprattutto su una decisione che dovevo prendere e che invece stavo rimandando da ormai troppo tempo: interrompere la relazione con mio marito. Era una scelta molto difficile, che mi tormentava da alcuni anni , nonostante i miei ormai innumerevoli tradimenti. Sembrava che una parte di me avesse già preso una decisione definitiva, ma invece la parte di me più razionale e morale mi metteva sul tavolo degli imputati con terribili sensi di colpa. Ero spaccata in due e qualsiasi direzione avessi preso, l’altra parte di me si opponeva. Sono sempre stata cresciuta ed educata in una famiglia religiosa e moralmente retta e non avrei mai creduto di comportarmi in tale modo e soprattutto vivere continuamente nella bugia e falsità. Eppure mio marito è un uomo buono ed impeccabile, che non mi fa mai mancare niente, e se devo portargli una critica è che lavora troppo, ma, essendo sempre innamorato, mi riempie di attenzioni e di sorprese. Mi chiedo continuamente perché mi comporto in tale modo inaccettabile ed inspiegabile? E mentre ero rapita da tali quesiti non mi ero accorta che, camminando, ero entrata in una zona pericolosa dove c’era più acqua che sabbia e che lentamente stavo sprofondando nelle sabbie mobili! All’inizio non ero preoccupata e cercavo di muovere i piedi ritmicamente per uscire, ma il mio corpo lo sentivo sprofondare sempre di più. Ho iniziato ad agitarmi ed urlare per chiedere aiuto, ma non c’era nessuno! Ho pensato che dovevo cercare un appiglio, ricordando le scena di qualche film, ma non c’era niente intorno a me, nemmeno un ramoscello, un sasso, un pezzo di legno trascinato dal mare, nulla di niente, ero sola con me stessa ed  i miei pensieri nelle sabbie mobili!”                                                                       Spesso quando pensiamo troppo rimuginando sempre con i nostri inseparabili pensieri ci sentiamo come se fossimo impantanati ed ingabbiati nelle sabbie mobili e più pensiamo e più sprofondiamo sempre più giù! Capita che ci agitiamo, arriva l’ansia, ed inevitabilmente scendiamo sempre più in basso! Se abbiamo fortuna possiamo dall’esterno avere un appoggio, un aiuto, ma è una soluzione momentanea, cioè possiamo in quella situazione salvarci, ma se non cambiamo mentalità e visione di prospettiva un’altra sabbia mobile è dietro l’angolo magari nella spiaggia dell’isola olandese  di Texel. La prima regola per salvarsi è liberarsi di tutto quello che ci rende più pesante per affondare ulteriormente, non solo dal punto di vista materiale, ma anche mentale. Immersi nei pensieri diventiamo pesanti! La seconda regola è fermarsi ed iniziare a muoversi lentamente oppure sarebbe consigliabile stare fermi e rilassati, respirando profondamente. In questo modo oltre a ritornare calmi ti permetterà di galleggiare, infatti se i tuoi polmoni sono pieni di aria sei più leggero e ti sarà impossibile sprofondare. Vorrei tranquillizzarti… non si muore nelle sabbie mobili! Ma la regola più importante è quella di iniziare a ritornare indietro come se dovessimo risalire delle scale dietro di noi e lentamente sentirete sotto i vostri piedi che il suolo sta diventando meno cedevole finché lo sentirete sempre più solido. E così sarete finalmente liberi! Non continuare nella spirale dei tuoi pensieri che ti fanno sempre più sprofondare, fermati e come una moviola torna indietro recuperando lati di te creativi e fantasiosi, saranno quelli i tuoi appigli nella vita quando sarai in difficoltà!

Dott Renato De Rita, medico e psicoterapeuta, coordinatore della sezione Simp (Società Italiana di Medicina Psicosomatica) e presidente dell’Associazione Sociale Culturale Salute Psicosomatica

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