Non lamentarti

C’era una volta, tanto tempo fa, un piccolo paesino spagnolo nei pressi dei monti Pirenei che si chiamava Lamentos. I cittadini erano veramente singolari, perché da quando si alzavano la mattina a quando andavano a dormire la sera si lamentavano sempre. Quando al mercato la signora Dolores incontrava la signora Maria le chiedeva con anima sofferente: “Come stai?” e la sua amica le rispondeva con tono rassegnato: “Male, e tu?” Dolores le rispondeva: “ Anch’io sto male, ho sempre dolore alla testa ed al collo, colpa delle cervicali per questo clima che abbiamo vicino ai Pirenei”. E l’amica aggiungeva: “Non me lo dire, ho anch’io dolori dappertutto, alle spalle, alle mani fino alla punta delle dita e non riesco a camminare, perché mi fanno male le ginocchia ed i piedi!” La signora Dolores sottomessa rispose: “Sono andata dal medico, che poverino fa quello che può, mi ha prescritto gli esami del sangue, mi ha dato le medicine, ma niente! Sono andata anche al centro termale qui vicino, ma sia i fanghi che i bagni non mi hanno guarito.” E Maria: “Anch’io sono dal medico tutti i giorni e mi ha inviato dagli specialisti, ma anche loro non hanno sortito l’effetto sperato!” Le due amiche si salutarono lamentandosi ulteriormente. Ma anche il signor Martinez quando incontrava al bar il suo amico Juanito si lamentava sempre. “Come stai Juan?” E l’amico rispondeva: “Male! Ho sempre male alla pancia anche se mangio solo verdure e bevo acqua.” E Martinez ribatteva:“Non mi dire, anch’io ho sempre male alla prostata ed ogni notte mi devo alzare anche cinque volte per andare in bagno. Sono andato dal medico, ma niente, si è messo le mani nei capelli, tutte le medicine sembra che in questo paese non funzionino affatto!” Anche tutti gli abitanti compreso il Sindaco Ramon si lamentavano l’un l’altro, sembrava lo sport più popolare in questa città. Ma un giorno arrivò a Lamentos un bambino molto strano, che saltava per la strada e cantava. Incontrò la signora Dominga che gli chiese: “Ciao piccolo bambino e tu come ti chiami?” Il bambino sorridente rispose con tono allegro: “Mi chiamo Felix.” La signora stupita dal fatto che non aveva mai visto sorridere qualcuno, gli chiese: “Ma come stai?” Il bambino rispose: “Sto bene e sono felice!” La signora non poteva credere a quello che aveva udito e la notizia si diffuse velocemente per tutto il paese. Il Sindaco prese l’iniziativa, perché poteva essere un bambino con un virus non ancora conosciuto, e decise di far ricoverare Felix all’ospedale. Gli fecero tutti gli esami possibili, ma niente il bambino era perfettamente sano! Allora pensarono ad una malattia mentale e chiamarono tutti i più illustri psichiatri della zona, ma Felix superò tutti i  test in maniera eccellente e non trovarono nessuna anomalia. La diagnosi fu “sindrome da felicità”! Tutti erano stupiti e si chiesero da dove potesse essere arrivato. Un bambino di nome Tristos decise di andarlo a trovare portandogli un fiore come regalo, un crisantemo. E quando fu nella camera dell’ospedale di Felix sentì che qualcosa stava cambiando dentro di lui e quando uscì iniziò a saltare, a fare le capriole sui prati, a ridere e cantare. In poco tempo contagiò tutti gli altri bambini e piano piano anche tutti gli adulti della zona. La felicità è molto contagiosa! E quando si è felici il nostro sistema immunitario si rinforza e non ci ammaliamo. Ecco la medicina che mancava e che non poteva essere creata nei laboratori. E quando dal parrucchiere la signora Dolores incontrò la signora Maria le chiese: “Come sta signora?” Maria rispose con un sorriso: “Benissimo! Sa che non ho più i dolori nel corpo, è un vero miracolo! Ed oggi ho deciso di cambiare il colore dei miei capelli, mi faccio bionda!” Dolores, anche lei entusiasta, rispose: “Anch’io non ho più dolori ed anch’io ho deciso di diventare bionda!” Anche Martinez e Juanito ridevano al bar, mentre giocavano a carte, bevendo un bicchiere di vino. Ed il medico del paese era seduto fuori dall’ambulatorio a leggere il giornale, perche la sala d’attesa era sempre vuota e quando alzava gli occhi guardando le persone che passavano davanti a lui e lo salutavano, lui sorrideva perché tutti gli abitanti si erano fatti biondi. Qualcuno stava bene, qualcun’altro male, ma poco importa, perché erano tutti felici!

Non lamentarti, non disperdere energia. Il nostro cervello è un terreno molto fertile e dobbiamo stare attenti a cosa seminiamo. I lamenti sono come erbacce che infestano e non fanno crescere invece le piante buone. Dobbiamo disinfestare e creare un bel giardino, il nostro giardino. Invece di lamentarti entra nell’azione, agisci!

Dott Renato De Rita, medico e psicoterapeuta, coordinatore della sezione di Rovigo della Simp ( Società Italiana di Medicina Psicosomatica ) e presidente dell’Associazione Culturale Salute Psicosomatica

 

 

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