Prendersi cura di sé attraverso la creatività

Nel nostro immaginario comune il sintomo viene associato alla presenza di una malattia, di un disturbo, a qualcosa che ci crea malessere, non ci permette di vivere bene. Viviamo in una società nella quale non c’è spazio e tempo per lo stare male. Occorre esser sempre produttivi, attivi, sorridenti. Non possiamo permetterci di fermarci, perché altrimenti come facciamo con i nostri programmi quotidiani, con i nostri mille impegni imprerogabili? Appena compaiono i primi sintomi di malessere, ricorriamo subito ai farmaci oppure facciamo finta di niente e andiamo avanti fino a quando resistiamo. Ma la patologia/psicopatologia non va sottovalutata. Se esiste è perché è necessaria, ha una sua funzione. I disturbi psicologici sono modalità attraverso cui si esprime la nostra psiche. E la psiche si serve del corpo per parlarci. Il nostro corpo è messaggero dei nostri stati d’animo, delle nostre emozioni, dei nostri istinti. E’ solo grazie alla intelligenza del corpo che veniamo a sapere ad esempio quanto la nostra storia sia bloccata. Purtroppo siamo talmente presi ad ascoltare il mondo esterno che non prestiamo attenzione ai messaggi che ci invia il nostro corpo. Siamo connessi con tutti, amici e non, via whatsapp, via facebook, siamo sempre online. Ma quanto siamo connessi con noi stessi? Quante notizie sentiamo dai telegiornali per essere sempre aggiornati su quello che succede nel mondo? E su quello che succede dentro di noi, quanto tempo dedichiamo all’ascolto? Se ogni giorno andassimo ad ascoltare le nostre notizie interiori, sfrutteremmo quell’energia che il corpo ci trasmette tramite il sintomo per mettere in atto quel mutamento che ci occorre per star meglio. La vita è evoluzione e trasformazione continua e noi siamo i protagonisti attivi di questo processo.

Per iniziare questo viaggio di trasformazione, occorre prima di tutto far tacere tutte le domande, i nostri perché, la nostra parte razionale. Dobbiamo spegnere per un po’ l’emisfero sinistro e dare più spazio all’emisfero destro, stimolarlo maggiormente, per svegliare, tra le varie funzioni, quella creativa. Dobbiamo partire dalla consapevolezza che, tra le aree che ci regalano benessere, c’è la sfera creativa. Soren Kierkegaard  diceva: “Creando potevo guarire, creando ritrovavo la salute.”

La creatività umana è una dimensione dell’essere umano avente la continua possibilità di dar vita a un cambiamento. Essa è una potenzialità che tutti gli esseri umani possiedono sin dalla nascita, solo che l’uomo tende a inibirla nel corso della sua esistenza. Dobbiamo invece rivalorizzarla, rientrare in contatto con essa.

Una delle risorse creative è rappresentata dalle immagini. Le immagini sono la più personale e arcaica forma del linguaggio umano. Esse sono il linguaggio dell’anima.

Ricorrere alle proprie immagini ci permette di comprendere ciò che veramente conta, ciò che si desidera veramente, ciò che con la razionalità non riusciremmo a conoscere, che verbalmente non sarebbe esprimibile. Jung diceva: “Quando le parole incontrano ostacoli, le immagini aprono nuovi sentieri.”

Ognuno di noi deve dare forma alla sua immagine, tirarla fuori e renderla visibile.

Se pensiamo all’etimologia del termine “immaginare”, essa sta a significare: “in me il mago agisce”. E in questo atto creativo, dove la mente è libera dalle difese, non ha filtri, questo mago deve tirar fuori dal suo cilindro le sue immagini, che a sua volta possono essere trasferite su un foglio, su una tela, su un palcoscenico… Ad esempio tra le varie forme creative a cui poter attingere per stare meglio ci può essere: la poesia, la pittura, il teatro, il ballo, ecc. Sta a noi dunque attivare il nostro mago interiore e dare voce e spazio all’espressione creativa che più ci è vicina (e ricordiamoci che tutti possediamo questo dono), perchè creando possiamo regalarci la possibilità di ri-crearci.

Dr.ssa Vincenza Nacucchi, Psicologa – Psicoterapeuta Ceregnano

 

 

 

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